Pasta frolla mignon con albicocche

Da piccola abitavo in una bella casa di campagna, una delle case destinate ai dirigenti dell' Eridania, lo zuccherificio dove lavorava il mio babbo (allora non si usava dire "papà"), lo zuccherificio che il mio babbo amava e per il quale ha speso la vita, facendo il giro dei contadini che coltivavano barbabietole, assistendoli nella crescita delle loro piante e soffrendo con loro per parassiti e temporali devastanti.
Da piccola ho fatto tribolare parecchi i miei genitori.
Sono nata ad agosto, proprio nel pieno della campagna dello zucchero e indifferente al fatto  che il babbo avrebbe volentieri riposato e la mamma alla prese con il primo mostriciattolo avrebbe anche lei desiderato uno stacco, di notte tenevo loro una compagnia non richiesta, degna seguace degli urlatori di quegli anni: Tony Dallara e Adriano Celentano.
Ebbene, solo una cosa valeva a calmarmi verso le 5 del mattino: il rumore dei trattori bietolai, i Landini testacalda, che da agosto a novembre varcavano i cancelli dello stabilimento con il loro prezioso carico.
Alla chiusura dello stabilimento, un lutto per la famiglia, vennero venduti gli edifici ad essa connessi e, come premio della dedizione e della professionalità dimostrati in tanti anni di lavoro, il babbo riuscì a comprare una delle case più belle e più grandi, circondate da terra e orto, la nostra favola.
E' da quella casa che è nato il mio amore per la terra. Come ho detto in altra occasione, in estate si usciva in giardino e se avevi bisogno di pomodoro, trovavi pomodoro, se avevi voglia di fiori c'erano rose baccarat e mughetti, la pergola era ricoperta da una piccola vigna. Nel giardino avevamo anche un albicocco che dava raccolti abbondantissimi, un anno sì e uno no.
Che brontolate  facevo quando mi spedivano fuori a raccogliere i frutti man mano cadevano a terra. Non si finiva più.
Come mi manca adesso la mia pianta! Allora avevo albicocche a profusione e mi lamentavo dell'abbondanza ora, se desidero questo frutto, dolce e brusco allo stesso tempo, versatilissimo con il dolce e con il salato, devo girare mezza provincia per trovare frutti che abbiano sapore e profumo di albicocca e comprarli a numero tanto li pago! Però ne vale la pena, la qualità merita e soprattutto merita il ritrovarmi a casa mia quando addento ad occhi chiusi un'albicocca, possibilmente calda di sole.

PASTA FROLLA MIGNON CON ALBICOCCHE




pasta frolla: (ricetta Cracco, friabilissima e ottimo esercizio di pazienza nel lavorarla)
50 g farina di mandorle
175 g zucchero
200 g burro
75 g tuorli
1 pizzico di sale

albicocche
frutti rossi essiccati
1 cucchiaio di miele
foglie di menta
pistacchi tritati

Impastare tutti gli ingredienti per la frolla, rivestire di pellicola da cucina e far riposare in frigo per 2 ore.
Riprendere la pasta, lasciarla leggermente ammorbidire poi stenderla e ricavarne dei piccoli cerchi (ho usato il bordo di una tazzina da caffè) che andranno a rivestire i fori di uno stampo da mini muffin. 
Cuocere in forno a 175° per 15 minuti circa.
Lavare le albicocche, tagliarle a tocchetti, spadellarle su fuoco medio, aggiungendo i frutti rossi a piacere, la menta e irrorare con il miele. La cottura è veloce perché i frutti devono ammorbidirsi mantenendo però consistenza. far raffreddare.
Riempire i cestini di pasta frolla con due cucchiaini di albicocche e cospargere con pistacchi tritati fini. 



Commenti

  1. Sprigionano colore e profumo, oltre ad essere certamente di una bontà unica. e se poi fanno parte della nostra memoria hanno un valore aggiunto.
    Buona giornata e speriamo che lo sia.

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  2. Oggi mangiamo dagli scaffali e non mangiamo più dalla terra. Fortunati noi che abbiamo comunque vissuto quei bei momenti. Penso invece ai miei figli e a chi verrà dopo di loro, e prego che il futuro non sia una mera produzione in laboratorio. Dolcetti deliziosi i tuoi, mi viene voglia di copiarteli all'istante, ma non ho tutti gli ingredienti in casa. Però me li segno ... Superlativa, come sempre. Un abbraccio e buona giornata.

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