Pasta al pomodoro 4 e pensieri notturni.
Ho trascorso una buona notte. Mi sono addormentata serenamente e a dare come sempre l'inizio alla magia, è stato il lieve rumore della chiave nella serratura, segno che anche l'ultimo dei ragazzi è rientrato.
Bene, dico sempre fra me e me, ci siamo tutti, possiamo dormire.
Mi da' un grande senso di pace sapere che sotto il tetto ci siamo tutti o che almeno ognuno di loro ha risposto all'ultimo appello della giornata assicurando, anche a distanza, del suo stare bene. Solo allora la notte può scendere.
Sono quattro i passi che sfiorano il silenzio e il buio della notte che devo riconoscere.
Quattro.
Alcuni quasi inesistenti, altri un po' più corposi (impareranno mai ad accompagnare le porte e a non saltellare almeno di notte?)
Mi mancherà questo rito fra un mese.
Mi mancherà e dovrò imparare a registrarmi su nuovi ritmi, su nuovi rumori della notte per concedermi il riposo. Fra un mese mia figlia si sposa.
Sono felice per lei.
In mio marito ho trovato e trovo ogni giorno di più, l'accesso alla pienezza del mio esistere.
Mi ha aiutato a incontrare me stessa, a dare il meglio della mia persona. Non si è scandalizzato delle mie debolezze, della mia poca resistenza, non si è stancato dei miei umori altalenanti, del mio bisogno di aiuto.
In lui tocco con mano il significato delle parole gratuità, presenza, fedeltà, umiltà, allegria.
Sì perché lui dice che ridere fa bene al cuore e in certi momenti, quando il grigio di certi situazioni mi si serra attorno,lui riesce ad abbattere questa inutile cortina con una bella risata.
La sua è una presenza certa e invisibile al mio fianco: con me, ma non al mio posto, con me, seguendo il ritmo dei miei passi, senza lasciarmi indietro anche quando sarebbe stato facile e forse lecito farlo.
E tutto questo non posso che desiderarlo per le persone che amo di più dopo di lui, i miei ragazzi. Sarà difficile però come mamma, imparare un nuovo ruolo, una nuovo modo di essere loro vicina.
Ieri notte, nell'istante in cui il sonno avanza a tua insaputa, e ti tira fuori i pensieri che non diresti mai ad alta voce, ho pensato a come avrei potuto fare per trattenere ancora per un poco i ragazzi con noi, sotto il tetto della nostra casa.
Con un profumo?
Magari quello di una torta di mele che tanto piace a mia figlia.
E poi grazie a Dio, il mio angelo custode mi ha scosso per benino facendomi risalire dal vortice di questa insensatezza.
No.
Per un piacere tutto mio, non voglio rinunciare alla gioia di vedere accanto a me una donna e degli uomini che poco alla volta troveranno il loro posto nella vita, dispiegheranno le loro persone, saranno a loro volta buoni compagni di vita, miglioreranno il mondo con la loro unicità.
Non ho bisogno di trattenerli perché casa non è un luogo, è uno spazio che abbiano cercato di costruire nel loro cuore, uno spazio fatto dalle persone che ami.
Per questo non ho nulla da temere da questo cambiamento.
La mia sposa non uscirà di casa ma porterà casa con sé, ne sfonderà i confini per allargarla e costruirne giorno dopo giorno una nuova, tutta sua.
Sì, sarà così e sarà un nuovo motivo per ringraziare la Vita e Chi me l'ha regalata.
E dopo un sonno così ristoratore, una bella pasta al pomodoro, quella di agosto!
Bene, dico sempre fra me e me, ci siamo tutti, possiamo dormire.
Mi da' un grande senso di pace sapere che sotto il tetto ci siamo tutti o che almeno ognuno di loro ha risposto all'ultimo appello della giornata assicurando, anche a distanza, del suo stare bene. Solo allora la notte può scendere.
Sono quattro i passi che sfiorano il silenzio e il buio della notte che devo riconoscere.
Quattro.
Alcuni quasi inesistenti, altri un po' più corposi (impareranno mai ad accompagnare le porte e a non saltellare almeno di notte?)
Mi mancherà questo rito fra un mese.
Mi mancherà e dovrò imparare a registrarmi su nuovi ritmi, su nuovi rumori della notte per concedermi il riposo. Fra un mese mia figlia si sposa.
Sono felice per lei.
In mio marito ho trovato e trovo ogni giorno di più, l'accesso alla pienezza del mio esistere.
Mi ha aiutato a incontrare me stessa, a dare il meglio della mia persona. Non si è scandalizzato delle mie debolezze, della mia poca resistenza, non si è stancato dei miei umori altalenanti, del mio bisogno di aiuto.
In lui tocco con mano il significato delle parole gratuità, presenza, fedeltà, umiltà, allegria.
Sì perché lui dice che ridere fa bene al cuore e in certi momenti, quando il grigio di certi situazioni mi si serra attorno,lui riesce ad abbattere questa inutile cortina con una bella risata.
La sua è una presenza certa e invisibile al mio fianco: con me, ma non al mio posto, con me, seguendo il ritmo dei miei passi, senza lasciarmi indietro anche quando sarebbe stato facile e forse lecito farlo.
E tutto questo non posso che desiderarlo per le persone che amo di più dopo di lui, i miei ragazzi. Sarà difficile però come mamma, imparare un nuovo ruolo, una nuovo modo di essere loro vicina.
Ieri notte, nell'istante in cui il sonno avanza a tua insaputa, e ti tira fuori i pensieri che non diresti mai ad alta voce, ho pensato a come avrei potuto fare per trattenere ancora per un poco i ragazzi con noi, sotto il tetto della nostra casa.
Con un profumo?
Magari quello di una torta di mele che tanto piace a mia figlia.
E poi grazie a Dio, il mio angelo custode mi ha scosso per benino facendomi risalire dal vortice di questa insensatezza.
No.
Per un piacere tutto mio, non voglio rinunciare alla gioia di vedere accanto a me una donna e degli uomini che poco alla volta troveranno il loro posto nella vita, dispiegheranno le loro persone, saranno a loro volta buoni compagni di vita, miglioreranno il mondo con la loro unicità.
Non ho bisogno di trattenerli perché casa non è un luogo, è uno spazio che abbiano cercato di costruire nel loro cuore, uno spazio fatto dalle persone che ami.
Per questo non ho nulla da temere da questo cambiamento.
La mia sposa non uscirà di casa ma porterà casa con sé, ne sfonderà i confini per allargarla e costruirne giorno dopo giorno una nuova, tutta sua.
Sì, sarà così e sarà un nuovo motivo per ringraziare la Vita e Chi me l'ha regalata.
E dopo un sonno così ristoratore, una bella pasta al pomodoro, quella di agosto!
PASTA AL POMODORO CON BASILICO FRITTO E POLVERE DI ACCIUGHE
per 6 persone:
420 g di fusilli
10 acciughe
4 pomodori ramati
foglie di basilico fresco
1 spicchio di aglio
sale e pepe
olio evo
olio di semi di arachide
Il giorno prima lavare le acciughe, mondarle e farle seccare in forno a 60° per tre ore. Una volta raffreddate passarle nel tritatutto per ridurle in polvere.
Lavare i pomodori, inciderne il fondo a croce, sbollentarli per un minuto in acqua bollente salata. pelarli, tagliarli a cubetti, passarli al minipimer.
In un'ampia padella, in tre cucchiai di olio evo, soffriggere uno spicchio di aglio privato del germe centrale. Prima che prenda colore, toglierlo dalla padella e unire la salsa di pomodori. Cuocere a fuoco dolce per 10 minuti insaporendo con sale e pepe.
Pulire le foglie di basilico con carta da cucina umida, farle asciugare bene e friggerle per pochi secondi in olio di semi di arachide.
Cuocere la pasta in acqua bollente salata e a due minuti dalla fine trasferirla nella padella del sugo per completarne la cottura.
Impiattare, aggiungere alcune foglie di basilico e spolverare con la polvere di acciughe come fosse parmigiano. Due gocce di olio evo a crudo per ultimare.
CHE BEI PENSIERI DI MAMMA PREMUROSA INNAMORATA DELLA SUA FAMIGLIA, HAI RAGIONE DEVE ESSERE MOLTO DIFFICILE, MA I FIGLI NON CI APPARTENGONO, PRIMA O POI SPICCANO IL VOLO E NOI DOBBIAMO AIUTARLI IN QUESTO GRANDE PASSO!!!!ORA INTANTO MI GUSTO QUESTO APPETITOSISSIMO PRIMO, BRAVA!!!!BACI SABRY
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