Bretzel
Forse è perché sono una persona impaziente, che ha fretta di vedere risultati, che si avvilisce se non arrivano in quattro e quattr'otto, che non ha ancora messo sotto controllo l'adolescenziale istinto per il bianco o nero, ecco, forse è per tutto questo che sono da sempre attratta dai piatti che richiedono invece lunghe cotture, lunghe certosine preparazioni, lunghi studi e ricerche prima di affrontarli,
Sono i piatti che mi bilanciano, che mi chiamano ad entrare nel loro comporsi per trovare in essi il dipanarsi dei miei grovigli, la necessità di rallentare, mettere ordine, mettere cura. Niente improvvisazione, niente "ma sì che va bene così, anche troppo!", niente "capirai se questo passaggio è indispensabile", niente "se non c'è un ingrediente va bene un altro, sono un tipo creativo io!".
Niente di tutto questo. E così amo i lievitati, i brasati, i piatti da preparare in più riprese, i panettoni, i pandori...
Sogni? No, credo sia soprattutto questione di cercarsi un tempo, dare ordine, cura, scegliere movimenti armonici e non convulsi, mettere la testa in quel che si fa, ritagliarsi ogni tanto uno spazio apposito, un lusso che forse potrei permettermi più di quanto io faccia credere a me stessa.
Sono cintura nera di "giustificazioni"!
Oggi partiamo dal livello più semplice, il pane. Un bel pane tedesco, morbido, da mangiare con salumi e formaggi o wurstel e birra!
Un pane che può diventare anche più secco, croccante, venire infiocchettato di rosso e comparire su un albero di Natale.
Sono i piatti che mi bilanciano, che mi chiamano ad entrare nel loro comporsi per trovare in essi il dipanarsi dei miei grovigli, la necessità di rallentare, mettere ordine, mettere cura. Niente improvvisazione, niente "ma sì che va bene così, anche troppo!", niente "capirai se questo passaggio è indispensabile", niente "se non c'è un ingrediente va bene un altro, sono un tipo creativo io!".
Niente di tutto questo. E così amo i lievitati, i brasati, i piatti da preparare in più riprese, i panettoni, i pandori...
Sogni? No, credo sia soprattutto questione di cercarsi un tempo, dare ordine, cura, scegliere movimenti armonici e non convulsi, mettere la testa in quel che si fa, ritagliarsi ogni tanto uno spazio apposito, un lusso che forse potrei permettermi più di quanto io faccia credere a me stessa.
Sono cintura nera di "giustificazioni"!
Oggi partiamo dal livello più semplice, il pane. Un bel pane tedesco, morbido, da mangiare con salumi e formaggi o wurstel e birra!
Un pane che può diventare anche più secco, croccante, venire infiocchettato di rosso e comparire su un albero di Natale.
BRETZEL
500 g farina 0
250 ml acqua tiepida
2 30 g di burro
1 cubetto di lievito di birra
2 cucchiaini di sale
1 cucchiaino di zucchero
40 g di bicarbonato di sodio
sale grosso e semi
Inserire nella planetaria il sale, la farina, il lievito di birra sbriciolato, il cucchiaino di zucchero e azionare. Impastare con l'acqua fatta scendere lentamente. Dopo 5 minuti inserire il burro morbido e a pezzetti. Continuare per almeno 10 minuti. Mettere l'impasto a lievitare in una ciotola ricoperta di pellicola da cucina in luogo tiepido.
Riprendere l'impasto, dividerlo in 16 parti e lavorare ciascuna creando un lungo rotolino.
Posizionarlo ad U e procedere secondo le foto.
Coprire i bretzel e farli lievitare per circa 30 minuti.
Mettere a bollire una pentola d'acqua, quando giunge a bollore unire il bicarbonato e mescolare. Immergervi i bretzel due o tre alla volta e lasciarli per circa 40 secondi.
Prelevarli con il mestolo forato e posizionarli su di una teglia da forno ricoperta dell'apposita carta. Una volta completata questa operazione, incidere i bretzel con una lametta, insaporirli con qualche chicco di sale grosso (io ne avevo uno con petali di fiori e bacche ma va benissimo anche quello usato comunemente). o completarli con i semi preferiti; sesamo, papavero, finocchio, cumino. Cuocere a 200° per circa 30 minuti, fino a doratura.
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