La genovese
Ci sono ricette che fanno parte della tradizione italiana e che non conoscono stagionalità. Una di queste è la genovese, piatto assolutamente napoletano con un nome che spinge all'equivoco. Pare che Genova non c'entri proprio. Come tutti i piatti simbolo, le sue origini sono avvolte nel mito. Nel 1600, nella zona del porto, pare ci fossero molte trattorie gestite da cuochi genovesi che erano soliti servire ai marinai di passaggio questo piatto robusto ed economico. Inizialmente erano solo le cipolle a trionfare, poi, col passare del tempo, fece il suo ingresso anche la carne ed è questa la versione che propongo. La accompagno agli ziti, una pasta lunga che va spezzata a mano. Era servita nelle grandi occasioni, soprattutto ai matrimoni, la zita era infatti la sposa. La si prepara così, cipolla e carne, ma c'è chi elimina la carne per insaporirla solo con verdure e gambetto di prosciutto oltre naturalmente il mare di cipolle che rimane la costante. Ognuno sperimenti la versione che più gli aggrada. A me fa piacere smuovere la curiosità, il desiderio di approfondire. E di assaggiare. Non spaventatevi per i tempi di cottura, è un piatto che si fa da solo e non richiede la nostra costante presenza.
LA GENOVESE
500 g di vitello (un taglio adatto alle lunghe cotture, fatevi consigliare dal macellaio)
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