Tortelli di San Giovanni
"Ricordati di santificare le feste". Certo che me lo ricordo. Lo scorrere del tempo è scandito dalle feste, sono loro a dare ritmo ai nostri giorni. Qui in Emilia c'è un santo molto caro a tanti, uomini di fede e no, San Giovanni Battista. Il ricordo della sua nascita cade il 24 giugno, giorno del solstizio d'estate. La notte della vigilia, la tradizione (che proprio scienza esatta non è ma a volte è più simpatica), ci dice che Sole e Luna si sposano, ad inaugurare la bella stagione. E allora tutti fuori di sera a cercare di catturare questo magico momento e a farsi "benedire" dalla rugiada notturna, segno delle gocce di sangue uscite dal capo del santo, rugiada che pare abbia poteri taumaturgici sulle piante e sulle persone, capace di rinnovare forza e vigore nelle une e nelle altre. E il miracolo, sacro o pagano che sia, si rinnova tutti gli anni a suon di tavolate dove ci si ritrova fra amici o in famiglia. Cosa c'è in menù? Una sola cosa: tortelli d'erbetta (per via di quelle erbe di cui si diceva prima). E serviti in un unico modo, a celebrare due dei prodotti di punta della nostra terra, il burro e il Parmigiano reggiano. "Foghè in tal buter e sughé col formaj" ossia "Affogati nel burro e asciugati con il formaggio". Ogni variazione è vivamente sconsigliata. Quanti a testa? Non si sa, nel dubbio, eccedete. Buon San Giovanni.
TORTELLI DI SAN GIOVANNI
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