Una nuova madeleine, miele e rosmarino

Nei giorni scorsi ho subito un evento per me doloroso. Per me. 

Agli occhi degli altri sicuramente non è parso se non uno spiacevole contrattempo ma a me ha fatto male, tanto. 

La sensazione è stata quella di uno strappo interno, di un colpo alle spalle che mi ha fatto piegare le gambe mettendomi in ginocchio, eco di dolori passati che, compagni silenziosi, continuano a farmi compagnia. 

Dicono che i dolori vanno accolti, ascoltati. Sono d'accordo. E' così che ci si impara a conoscere, a dare un nome a quelle tempeste del cuore che possono coglierci e travolgerci inaspettatamente, come i brutti temporali estivi dei nostri tempi.

Credo però che un dolore cui si lascia troppo spazio per indulgere nelle nostre vite, sia dannoso come un vasetto di confettura chiuso male e riposto in frigorifero. Poco a poco si forma una muffa che contamina tutto quanto e nulla rimane di buono da conservare.

Non va bene. Come mi accorgo dell'avanzare di questo stato? 

Non ho voglia di cucinare. Io, che prima di spegnere la luce leggo riviste di cucina, che leggo quasi esclusivamente ricettari, che mi commuovo a vedere Ratatouille, che ho rifiutato un anello che mio marito mi ha proposto, in cambio di una spesa nel reparto Food di Fenwuick, che considero una giornata buona solo se almeno ad un pasto sono riuscita a sperimentare una nuova ricetta, per semplice che sia, che mi sento appagata quando riesco a regalare un po' di cibo uscito dalle mie mani al primo figlio che passa da casa.

Il rimedio lo conosco, me lo ha insegnato anni fa Sally, una cara amica di famiglia. Nei momenti difficili lei mi diceva "Lavora signora" e questo mi echeggia dentro quando sento di stare per intraprendere una china non buona. 

Con questo mantra nelle orecchie, provo a rialzarmi. Sfoglio con negligenza i  miei libri, le mie riviste, butto un occhio distratto fra le varie ricette. Scorgo una ricetta, mi stuzzica. La vedo con i miei occhi, ricostruisco, ne faccio la mia versione, con alcune modifiche che si fanno strada fra i pensieri ancora un po' confusi. 

E si ripete la magia. Non di quelle eclatanti, da fuochi d'artificio. Quelle vere, semplici, che ti puliscono dentro e ti fanno ripartire semplicemente combinando pochi semplici ingredienti.

Il più delle volte capita con una madeleine. Ce ne sono mille e mille di ricette ma trovo sempre quella nuova, che mi invoglia a provare. 

E' successo anche questa volta. Mi rimetto in piedi con una madeleine, dolcemente fortificata dalla sua morbidezza. Volete provare? E' un rimedio assolutamente naturale.


MADELEINES MIELE E ROSMARINO





Ingredienti per 15 madeleines:

125 g di burro Antica Cremeria di Montanari e Gruzza

15 g di miele di castagno

la cima di un rametto di rosmarino

2 uova medie

30 ml di latte

65 g di zucchero

100 g di farina 00

5 g di lievito per dolci


Fondere il burro dolcemente profumandolo con il rosmarino. Aggiungere il miele e miscelare bene. Far intiepidire.

Battere uova e zucchero con una frusta a mano.

Aggiungere farina e lievito setacciati.

Aggiungere la miscela di burro e miele e togliere il rosmarino.

Infine unire anche il latte tiepido.

Mescolare bene e riporre in frigo fino al giorno dopo, coprendo con pellicola da cucina a contatto.

Il giorno dopo riportare il composto a temperatura ambiente per almeno 30 minuti.

Scaldare il forno ventilato a 200°.

Imburrare lo stampo da madeleines (si può fare senza se utilizzate le forme in silicone) e distribuirvi il composto. Ogni conchiglia deve essere riempita per 2/3. Mettere lo stampo in frigo per almeno 15 minuti.

Infornare per 5 minuti. Spegnere il forno per 5 minuti. Riaccendere il forno a 170° per 1 minuto. 

Una volta fuori dal forno staccare le madeleines dallo stampo e farle riposare.

Sono sempre buone ma rendono al meglio se gustate tiepide.






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