10 anni di Fatemi cucinare

Eccoci al grande giorno! 

Buon compleanno a me, buon compleanno a Fatemi cucinare. 




10 splendidi anni sono passati da quella domenica sera in cui mi sono messa alla scrivania, ho acceso il computer e ho pubblicato il mio primo post: risotto brie e peperoni

Ricetta semplicissima, foto ancor di più, introduzione di mezza riga. Non mi importava cosa avrei scritto, mi importava partire.

Partire a fare quello che da sempre mi faceva sentire nella mia pelle, cucinare.

Non è stato facile riconoscerlo. Certo, le mie radici, l'amore per la terra e la tavola trasmessomi dai nonni e dai genitori, la mia famiglia, quattro ragazzi e tanti amici da sfamare, mi hanno sempre dato lo spazio per cucinare ma io desideravo di più. Mi sentivo ingrata per quanto avevo che era davvero tanto, ma capivo che non avevo ancora centrato il bersaglio.

Desideravo essere riconosciuta per questa mia passione. Invece quasi me ne vergognavo. "Tu che hai tante doti, cucina meno e dedicati ad altro". " A che seve cucinare, finisce tutto in un attimo".

Ho insegnato e con gioia e per tanti anni nella scuola primaria. Ho conosciuto famiglie, colleghi e bambini meravigliosi che mi hanno aiutato a diventare la persona che sono. Ma avevo fame di altro.

Poi ho incontrato una persona che mi ha accolto ed ascoltato in un momento di forte smarrimento.

Il suo suggerimento è stato chiaro. "Pensa a quella cosa che ti fa stare bene e che ti riesce naturale come il respirare". La risposta è uscita in un fiato: cucinare. 

Il nome del blog? E' davvero una richiesta.

E così ho iniziato, facendo del blog le pagine del mio quotidiano, acquisendo sempre più il piacere di imparare, conoscere, approfondire e trasmettere. Ho letto, frequentato corsi, domandato, studiato, sono diventata insegnante di cucina. Mai sazia.

Perché questo amore per il cucinare? Perché cucinare è il mio modo di approcciarmi alla vita, di stupirmene davanti ad un ingrediente (non è una meraviglia un cavolo romano?), di costruirla preparando un piatto, di farla circolare, offrendo quanto preparato.

Perché il cibo è questo, è vita. Ti permette di vivere, di esserci e fa vivere chi ti è accanto. 

Perché il cibo è la tua storia, la storia delle terre da cui proviene, delle mani che lo hanno elaborato. Il cibo parla quando le parole si fanno difficili, unisce, pacifica, ampia la mente e le conoscenze. 

Il cibo ti mantiene semplice, perché per quanto tu possa essere grande, hai bisogno di fermarti per esserne sostenuto e per quanto tu sia piccolo, ti regala la grandezza di chi sa provvedere da solo ai propri bisogni e a quelli altrui.

Il cibo è concreto. Il piatto che hai preparato ti dice che sei una persona capace, lo vedi, è lì, davanti ai tuoi occhi e quasi non ti importa che altri lo riconoscano, si vede da sé quanto è bello uno spaghetto al pomodoro. 

Il cibo ti spinge fuori di te. Hai bisogno di qualcuno per cui cucinare. Certo, ogni singola persona merita il garbo di un piatto ben preparato ma quando si è anche solo in due, è meglio. Immaginiamoci poi una tavolata, quando non hai nemmeno il tempo di sederti e partecipare alle conversazioni ma ti senti nutrito dal sorriso e dall'atmosfera di convivialità che si è alzata da quella teglia di lasagne. E tutto questo nasce da  quello che faccio e che sono: cucino e insegno a cucinare.

Ho strumenti  molto semplici per regalare questa mia passione. Ho sognato una bellissima veste grafica per il blog e le mie pagine per festeggiare questi 10 anni ma non ne ho le capacità. Canva non mi è amico. Il mio uso dei social poi, è davvero poco "social" e un po' rigidino. Non ho ancora capito bene la questione dei follower o meglio, degli ospiti che invito alla mia tavola. Ristagno da anni ma poco importa.

Mi fa piacere quando le persone mi dicono che hanno provato una ricetta o mi chiedono un consiglio in proposito.

Sento di fare qualcosa di buono, di utile.

Nell'ultimo anno poi mi è capitata più di una volta una cosa bellissima. Incontro persone sconosciute che mi fermano e mi dicono "Ma lei è quella che cucina?". Come se loro non cucinassero. Ma sìììì!!! Sono io, quella che cucina, finalmente riconosciuta per chi sono. E' bellissimo. Non vanto nulla, capirai, il mondo e il mio paese sono pieni di cuochi bravissimi ma io sono quella che cucina!

Devo dire dei grazie per questi 10 anni, tanti grazie.

A me stessa. Mi sono stupita di me. Non sono un campione nella costanza ma in questa cosa del blog lo sono stata. E' davvero il mio respiro, mi piace. E grazie a chi me lo ha fatto scoprire. 

Grazie alla mia famiglia che ha creduto in me più di quanto io credessi in me stessa. Mi hanno incoraggiato, sostenuto, aiutato, spinta a procedere nelle incertezze e continuano a farlo. Sempre. Non c'è serata di cucina dove non ci sia stato almeno un figlio pronto ad aiutarmi, al mio fianco o da lontano. Non c'è stato incontro o corso di cucina cui mio marito non mi abbia accompagnato. Non c'è stato tifo che abbiano risparmiato quando sono stata impegnata in qualche gara di cucina. Siamo una squadra, non ci sarebbe Fatemi cucinare senza di loro.

Grazie alle persone che lasciano un segno del loro passaggio sulle pagine social e anche a quelle che per poca dimestichezza con questi strumenti, non lo fanno.

Grazie a chi ha partecipato alle mie serate di cucina dove abbiamo creato insieme distensione e sapori che ci hanno unito. E' bellissimo quando vi attardate a chiacchierare a fine serata ed uscite con il sorriso sulle labbra e il volto disteso. Mi piace farvi da punto di ristoro, per il corpo e per l'anima. 

Grazie a chi mi ha chiesto di cucinare per i momenti speciali della propria vita.

Grazie alle ditte che mi hanno dato fiducia scegliendo le mie ricette per i loro prodotti.

Grazie al giornale del mio paese che da anni ospita una pagina con le mie ricette e che mi ha permesso di diventare un po' più una di S .Ilario.

Grazie alle colleghe A.I.C.I. che mi hanno accolto nell'associazione, mi hanno e continuano a formarmi, mi fanno sentire parte di una nuova famiglia. 

Grazie a chi mi coinvolge in eventi o progetti che riguardano la cucina e il suo mondo, attorno ai fornelli non ci sono barriere generazionali e questo mi fa sentire giovane e ancora con tanti progetti da realizzare.

Perché è qui che voglio arrivare. 10 anni fa ho rotto il ghiaccio ma ora non mi ferma nessuno. Ho tante cose che desidero concretizzare, tante ricette da provare, studiare e creare, tante persone cui insegnare il piacere e la bellezza del cucinare. Per cui vi prego: Fatemi cucinare!

Oggi è solo il primo giorno di un intero anno di festeggiamenti che terminerà il 2 settembre del prossimo anno. Continuate a sedervi alla mia tavola e festeggeremo insieme. Iscrivetevi al blog o alle mie pagine social, sono su Facebook, Instagram, Pinterest, così non perderete nessuno dei momenti di questa festa che sarà appunto lunga un anno e vi permetterà di conoscermi di più, di conoscere le cose che amo o semplicemente di imparare ancora tante e tante ricette.

Grazie!

Quello in foto è un savarin alle fragole. La pasta del babà in poche parole. Le fragole sono per ricordare la prima ricetta che mi hanno permesso di realizzare da ragazza, una confettura di fragole. 

Se vi serve la ricetta, ve la scrivo volentieri. 


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