"Parma - mare" - terza tappa

"PARMA - MARE"-  TERZA TAPPA


Filippo Valla, enologo

Andrea Pesci, chef di "Osteria della stazione" di Felino


Non cercate il racconto della seconda tappa perché me lo sono perso. Risalgo però velocemente sul torpedone della Parma - Mare ideato da Laboratorio aperto di Parma per la terza tappa.

In questo ideale viaggio che ci porta dalla Bassa al Tirreno, Paolo Tegoni, gastronomo professionista e  e Filippo Valla, enologo, ci conducono alla scoperta culturale e gastronomica dei territori attraversati.

Ieri sera eravamo nella zona pedecollinare della provincia di Parma, quella che parte subito al di là dell'Enza (questo lo condividiamo da buoni fratelli) e funge da anello di congiunzione fra la città e la collina. 

Due i testimoni di questo territorio. Lia Simonetti, in rappresentanza dell'Associazione degli Amici di Ettore e del Museo, un gruppo, prima di tutto di amici, poi di guide volontarie in quello straordinario mondo che è il Museo Guatelli di Ozzano Parmense, un Museo del quotidiano, dove Guatelli, maestro elementare, collezionista di cose e di storie, etnografo, museografo, raccolse una collezione incredibile di oggetti destinati a scomparire in quel passaggio di civiltà del dopo guerra che ci trasportò dalla civiltà del legno alla civiltà della plastica. Conscio che quella civiltà stava per inabissarsi ed essere del tutto dimenticata, Guatelli si adoperò per fissarne gli oggetti e soprattutto le storie ben raccontate dagli oggetti stessi. E' stato bello seguire il filo del racconto, concentrato soprattutto negli oggetti riguardanti il mondo della cucina. 

L'altro testimone della pedecollinare parmense, lo chef Andrea Pesci del ristorante "Osteria della stazione di Felino". Lo chef appartiene al Consorzio Parma Quality Restaurant, la cui mission è volta a valorizzare la cultura culinaria locale. 

Ci ha presentato un'insalatina di Tacchino del Ducato con peperoni e cipolle in agrodolce. Questo Tacchino è oggetto di un progetto di recupero di questa razza, cresce in libertà e non ne esistono al momento altri esemplari motivo per cui, l'assaggio di ieri sera, è stato ancor più apprezzato. 

In abbinamento due vini del territorio, un Barbera rosé ed un Cabernet.

Dopo la serata trascorsa, mi porto il proposito di visitare il Museo e una frase che sento molto attuale e mia "Il cibo non si compra, si fa". Sono consapevole che non è tempo per un'interpretazione letterale di questa frase, ma credo sia sempre tempo per riscoprire la nostra capacità di fare tavola, la nostra manualità, la nostra potenzialità creativa nel comporre e presentare un piatto uscito dalle nostre mani e non da un supermercato. Insomma, un piccolo, saporito, corso di autostima.


Lia Simonetti

Associazione Amici di Ettore Guatelli e del Museo





Barbera rosé



Cabernet



Tacchino del Ducato in agrodolce



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