Feste e cibo - Il Pesce

FESTE E CIBO - IL PESCE



Eccomi qua, anche quest’anno Fatemi cucinare, esce dalle pagine del Gazzettino santilariese per girellare fra i tavoli dei punti di ristoro di Festa Dem a S. Ilario. E’ sempre bellissimo vivere la cucina da tanti punti di vista e ringrazio di cuore per l’opportunità che mi viene data. 

E’ venerdì, parto dal ristorante del Pesce. 🐟

Arrivo presto, a ristorante appena aperto. Le cucine e la sala sono un brulicare di volontari, pronti, sorridenti, fieri. Quanti  mila passi faranno nella serata, solo loro lo sanno.



Quest’anno voglio giocarmela in modo diverso per non rischiare di dare per scontato quello che posso trovare. Nei giorni scorsi ho conosciuto Glauco, il cuoco storico e abbiamo concordato un gioco. Lui mi proporrà un piatto del menù, quello che ritiene rappresentare meglio il ristorante e io ne sceglierò un altro, così, per esplorare.

Mi arriva in tavola, portanti da ragazzi giovanissimi e cortesi, un piatto di Spaghetti allo scoglio.

Piatto scontato? Provate a cucinare spaghetti per centinaia di persone e a tenere il punto di cottura. A casa mia, se siamo più di sei persone, niente carbonara. Dicevo che il punto di cottura è perfetto, il sughetto ben legato (nato dal pesce stesso non da olio e acqua), saporito senza coprire il sapore del pesce. I crostacei ci sono e mi piace impiastricciarmi le mani per ricavarne la succosa polpa.

Ora tocca a me, scelgo l’antipasto di mare e le cozze alla marinara. L’antipasto è davvero indovinato, fresco, tenerissimo, quello che ci vuole in una calda sera d’estate leggermente sfiorata dall’umidità. Ma si sa, siamo gente di pianura e con l’umidità cresciamo ancor più rigogliosi. Le verdurine che lo accompagnano sono presenti ma non invadenti, piacevoli e oneste.



Le cozze sono davvero belle, abbondanti, leggermente piccanti per svegliare o risvegliare il palato, annegate in un mare di sughetto di pomodoro fatto di polpa di pomodoro, non passata, segno che quello che sto mangiando è pomodoro vero. Ottimo. Bella scelta di ingredienti.



Ma non finisce qui. Mi alzo e comincio a fare un giretto fra i tavoli. Mi invento intervistatrice, voglio andare oltre il mio sentire, le mie sensazioni, il mio gusto. Scelgo alcuni tavoli, quelli che hanno il piatto vuoto e il sorriso appagato di chi ha già mangiato. Chiedo cosa hanno ordinato, se è piaciuto, se hanno suggerimenti. Il gradimento è davvero alto. Scopro che le persone sono fedelissime di questo appuntamento, di questo posto. La maggior parte di loro viene da anni, anche in più sere, sicure della qualità dei piatti, ma non a scatola chiusa. Mi portano il confronto con altri menù, con altre Feste, sanno quel che dicono. Insomma, scelgono di essere qui. Sono contenta, si respira una bella aria, il lavoro dei volontari rende possibile tutto questo. Che bello, è questo il senso di una Festa, è questo il senso del lavoro fatto insieme.










Il Ristorante è aperto tutte le sere e vi aspetta! La mia prossima tappa? Il Ristorante Tradizionale, a prestissimo!


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Vi lascio la foto di altri piatti. 

Non li ho assaggiati ma mi sembra abbiano un bell'aspetto.



 











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